Il Principato di Monaco è il luogo ideale, dopo Las Vegas, per coloro i quali amano rischiare tutto ai tavoli del casinò. Qui, dove l’azzardo è di casa, non deve sorprendere che sorga uno dei circuiti più rischiosi, magici ed impegnativi della Formula 1. Una pista che ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi una sfida a tutto tondo per piloti, vetture e team che decidono di affrontare questo circuito. Un tracciato ricco di storia eppure quasi immutato nel suo disegno dal 1929, anno della prima edizione, ad oggi.
L’idea di organizzare una corsa tra le tortuose stradine del Principato, venne ad Antony Noghès. Il vulcanico presidente dell’Automobile Club de Monaco, promotore del rally di Monte Carlo nel 1911 ed “inventore” della bandiera a scacchi per segnalare la fine di una corsa, grazie alla sua vicinanza alla famiglia Grimaldi ed al supporto di Louis Chiron, riuscì nel suo intento e, il 14 aprile 1929, sedici piloti si sfidarono lungo i 3.180 metri della pista che dovevano affrontare per 100 giri. A spuntarla, dopo quasi quattro ore di gara, fu l’inglese William Grover-Williams al volante di una Bugatti.