Chapman capisce subito che Surtees ha il talento necessario per sfondare e così gli offre l’opportunità di correre insieme a Jim Clark. Tuttavia, a causa dell’ingaggio, sempre da parte di Chapman, di Innes Ireland, Surtees decide di declinare l’offerta e si accorda, invece, con la squadra gestita da Reg Parnell. Il team Yeoman Credit si affida alla Cooper, ma la vettura non si dimostra all’altezza così i risultati non sono brillanti: due quinti posti in Belgio e Germania gli permettono di conquistare l’undicesimo posto nella classifica assoluta.
Per John Surtees arriva anche il momento delle nozze con Jim Clark nell’inedito ruolo di testimone dell’inglese. La stessa annata registra anche la prima vittoria in Formula 1, sebbene in una gara non valida per il mondiale (Coppa delle 1000 Ghinee di Mallory Park); nel mondiale, invece, Surtees conclude al secondo posto in Inghilterra e Germania, al quarto a Monaco, al quinto in Belgio e Francia. Tutti questi piazzamenti gli consentono di raggiungere il quarto posto finale nella classifica assoluta. Agli occhi del “Commendatur” (come era solito chiamare Enzo Ferrari il compianto Gianni Brera) Surtees era un pilota in grado di sopperire, con il suo talento, alle eventuali carenze della monoposto. Le porte dello stabilimento di Maranello si dischiudono per lui nel 1963.
Surtees ripaga la fiducia con una serie di prestazioni molto buone: vince in Germania, sale sul secondo gradino del podio in Inghilterra e sul terzo in Olanda. La sua prima stagione in rosso lo saluta al quarto posto finale nel mondiale.
Anche con le vetture Sport, tuttavia, Surtees dimostra gran talento e, sempre con le vetture del Cavallino Rampante, conquista la 12 Ore di Sebring e la 1000 km del Nurburgring.
Pensionata la Dino 156 con cui aveva corso la stagione 1963, Surtees affronta l’annata 1964 a bordo della Ferrari 158. La monoposto, spinta da un motore a 8 cilindri da 1489cc, rappresentava un notevole passo in avanti anche dal punto di vista aerodinamico grazie ad una carrozzeria in lega rivettata su un telaio tubolare. Grazie a questa vettura, Surtees conquista due vittorie, in Germania ed Italia e si classifica secondo in Messico (dietro al vincitore Dan Gurney, su Brabham). Grazie a questi risultati, l’inglese entra nella storia degli sport motoristici poiché conquista il titolo di campione del mondo. In questi anni, dato il suo enorme talento e l’innato senso della velocità, Surtees si conquista l’appellativo di “Figlio del vento”.