Circuito di Imola, 25 aprile 1982. Dopo che sia Prost che Arnoux furono costretti ad alzare bandiera bianca per la rottura del motore (Prost) ed un guasto al turbo (Arnoux), le due Ferrari si trovarono in testa, con Villeneuve in prima posizione. Dai box apparve il cartello “slow” (e, con esso, l’invito a mantenere le posizioni) e fu l’inizio della fine. Il canadese rallentò e fu sorpreso dal compagno che lo superò.
A sei giri dalla fine iniziò la battaglia tra Pironi e Villeneuve.
La Tosa, le Acque Minerali, la Rivazza… Ogni punto era buono per tentare di sopravanzare il compagno di squadra. Proprio le Acque Minerali, coppia di curve a destra che si affrontano dopo aver percorso la discesa che arriva dalla Piratella, furono il teatro in cui si consumò il tradimento di Pironi che conquistò definitivamente la testa della corsa, senza cedere la posizione al compagno di scuderia, come invece volevano gli accordi.
Il volto scuro del canadese, alla fine della gara, non faceva nulla per nascondere la sua delusione, la sua rabbia. Si sentiva tradito, Gilles, da Pironi ma anche dalla squadra. Dichiarò, a fine gara: “Quando Arnoux s’è fermato ho rallentato perché credevo che la battaglia fosse finita. Non avrei mai creduto che lui mi attaccasse, eravamo al limite della benzina e il cartello del box, ‘slow’, mi aveva fatto capire che non era il caso di fare pazzie. Pironi mi ha anche toccato, ha preferito fare di testa sua. Vuol dire che prima avevo un compagno di squadra e adesso ho un avversario in più” ed aggiunse: “Credevo che Didier volesse fare il ‘cinema’ a non fare sul serio. Da metà corsa in avanti potevo dargli un secondo al giro”.
La voglia di rivincita, di sancire che il numero uno era lui, era tanta, troppa. A Zolder Gilles agì impulsivamente.