Ferrari 312 F1Ferrari 312 F1

Cap.1: Gli esordi e le caratteristiche del progetto
Cap.2: La stagione 1966
Cap.3: La stagione 1967
Cap.4: La stagione 1968
Cap.5: Dalla stagione 1969 alla 312B



Nel 1966 entra in vigore la nuova regolamentazione tecnica, che innalza il peso minimo delle monoposto a 500 chili e porta la cilindrata massima a 3000 cc, per i motori aspirati, o 1500 cc per quelli sovralimentati.

In questo modo la Federazione Internazionale dell'auto intende rivitalizzare una categoria che sta attraversando un momento di relativo appannamento. Il varo dei nuovi regolamenti, avversato dai team inglesi, che non dispongono di validi propulsori, viene invece accolto favorevolmente dalla Ferrari.

Ferrari 312 F1Sembra confezionato su misura per il team di Maranello e per esaltare il ruolo del motore nello sviluppo di una vettura da Gran Premio. La nuova monoposto del Cavallino, identificata dalla sigla 312, dove il numero "3" indica la cilindrata complessiva di 3 litri e "12" quello dei cilindri, viene presentata alla stampa nell'inverno del 1965. Il cuore delle nuove rosse, deriva dal V 12 di 60° e 3300 cc montato sul prototipo 275 P2.

Per rientrare nei limiti imposti dalla Federazione l'alesaggio di 77 mm rimane invariato, mentre la corsa scende dagli originali 58,8 mm a 53,5 mm. La prima versione del plurifrazionato eroga 325 CV, che nel corso della stagione saliranno fino a 360 CV a 10.000 giri/min. Il cambio, longitudinale, è a cinque marce, accoppiato ad un differenziale autobloccante ZF. Altra caratteristica del nuovo 12 cilindri Ferrari, gli scarichi bianchi, che avvolgono il retrotreno e la dislocazione dei cornetti di aspirazione al centro della "V". Poche novità, invece, sul fronte aerodinamico e strutturale. La silhouette della 312 ripropone, in scala maggiorata, la classica conformazione a sigaro. Il corpo vettura è più schiacciato, rispetto alla 158 - 512, la presa d'aria del radiatore acqua ha forma ellittica, ed i fianchi leggermente arrotondati.

Per migliorare lo scorrimento dell'aria lungo le fiancate, gli ammortizzatori anteriori sono entrobordo. Sull'asse posteriore troviamo invece i soliti triangoli sovrapposti, con gruppo molla-ammortizzatore inclinato. La struttura portante della 312 è costituita da un traliccio tubolare, rivestito da pannelli di alluminio, ed assemblato secondo una tecnica aeronautica. Come consuetudine, il debutto agonistico del nuovo modello, affidato all'inglese John Surtees, avviene nel Gran Premio di Siracusa.

La vittoria non sfugge al pilota britannico e la Ferrari dimostra di essere molto competitiva, anche se la gara non è valida per il mondiale. Questo, infatti, inizia a Montecarlo, dove Surtees sfiora il bis. Sulle strette stradine del principato la Ferrari numero 17 è nuovamente protagonista, ma costretta al ritiro da un guasto al differenziale, quando si trovava al comando della corsa con un buon margine di vantaggio sugli inseguitori. Sempre a Montecarlo la Ferrari schiera una seconda vettura per Lorenzo Bandini, denominata 246. Si tratta di un ibrido, realizzato mettendo insieme un 6 cilindri a V "Dino" di 65° e 2417 cc (derivato dal propulsore del 1958) ed un telaio del biennio 1964/65. Con questa macchina, leggera e maneggevole, Bandini conquista la piazza d'onore, dopo avere fatto segnare il giro più veloce in gara. La vittoria non sfugge però alla Ferrari in Belgio. Sul circuito di Spa-Francorchamps, inondato d'acqua, Surtees precede l'austriaco Rindt, al volante di una Cooper-Maserati e la Ferrari 246 del compagno di squadra Bandini.


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